Tempo di conferenza stampa per Aurelio Andreazzoli. Il tecnico della Roma ha incontrato la stampa alla vigilia del match con il Siena, in scena domani allo stadio Olimpico alle ore 15,00. Questo il testo dell’intera conferenza stampa:
C’è un aspetto che sta emergendo, ossia l’aspetto mentale legato alla concentrazione e alla continuità di prestazione. Questo aspetto è quello più difficile da migliorare nel calcio, qual è la cura?
“Spero che la cura non sia quella di battere i denti e quindi di fare esperienza e costruire sulle esperienze negative, in genere funziona così. Può essere una componente da migliorare in linea di massima, in percentuale, ma io non ho appunti da fare alla mia squadra sotto questo punto di vista, come qualità intrinseca, però dopo chiaramente bisogna valutare le situazioni che si succedono e siccome si sono succedute spesso allarmano. Tant’è che già la settimana scorsa avevamo posto l’accento sui pericoli, si è verificato di nuovo, e siamo dispiaciuti, molto dispiaciuti perchè avevamo nella nostra mente di prendere un trend che fosse positivo, ma non sui risultati perchè i risultati a volte non sono sempre figli della prestazione, ma sulle prestazioni avremmo desiderato per lo meno di non ritornare indietro sotto quell’aspetto lì e invece abbiamo rifatto un passo indietro e questo ci ha lasciato molta amarezza e personalmente direi anche rabbia, ma la stessa amarezza l’ha lasciata sui calciatori e questo mi fa ben sperare”.
Quindi domani sicuramente ci sarà un pubblico forse all’inizio un po’ ostile, la squadra cercherà di combattere questo aspetto del tifo, magari convincendo il tifo che non è questa la Roma?
“Dipende da noi, hai ragione perfettamente, non dipende dal pubblico, però io credo che il pubblico che viene allo stadio viene per sostenere la propria squadra, per vedere uno spettacolo se possibile, ma principalmente per sostenere la propria squadra come ha sempre fatto il pubblico di Roma. E credo sia nell’interesse di tutti che il pubblico sostenga la squadra. E poi chiaramente rispetto a quello che la squadra sarà capace di dare il pubblico avrà una reazione, alla quale giustamente bisognerà sottoporci”.
Dicono che la Roma abbia scelto come modello quello del Borussia Dortmund come business sostenibile. Ma l’attuale supremazia del calcio tedesco non è soltanto organizzativa, è anche tecnica e tattica. Questa squadra, con gli inserimenti che eventualmente ci saranno, è in grado di giocare un calcio come quello, aggressivo e di grande intensità con ritmi alti?
“Io credo, ne abbiamo parlato tante volte, che l’indirizzo della nostra società sia questo, ossia costruire nel tempo un modello di quel tipo, lo ha dimostrato perchè è andata alla ricerca di giovani interessanti, si è data importanza al proprio settore giovanile. Il nemico è sempre il solito, è il tempo che non ci dà la possibilità ma credo che molto sia stato fatto sotto quel profilo in questi due anni. Purtroppo sono mancati i risultati che sono quelli che sostengono e danno sempre molta fiducia e anche soddisfazione; ma il modello al quale occorre tendere e al quale tende la nostra società è quello. Ora io vorrei ricordare che nel 2006 il Borussia Dortmund era fallito in pratica, si sono dati una svolta nel 2008 scegliendo questo allenatore che era un emerito sconosciuto e hanno cominciato a vincere nel 2011 e sono passati da un passivo esagerato a un attivo di 200 milioni circa attuale, ma principalmente con una media spettatori di oltre 80000 presenze per tutto l’anno. Hanno avuto la bravura e la pazienza di aspettare, perchè non è che stiamo parlando di una piazza non esigente, se pensiamo all’ultimo numero che ho dato, 80000 presenze e oltre di media, significa che è una piazza che esige, che ora si diverte e che raccoglie anche. E hanno cominciato a vincere dopo tre o quattro anni, nel 2011. E’ un bel modello e auguro alla Roma di riuscire nel tempo a ottenere gli stessi risultati. Il calcio si fa con i protagonisti, che devono essere di un certo tipo e devono avere determinate caratteristiche. Io credo che l’idea sia di andare in quella direzione, speriamo di arrivarci il più in fretta possibile, perchè poi anche chi assiste ha bisogno di soddisfazioni”.
Lei è alla Roma da 8 anni, ha vissuto diverse gestioni tecniche, ma c’è una costante in questi anni: la squadra quasi sempre non è riuscita a fare il salto di qualità quando è stata chiamata a farlo, come è successo col Pescara. Baldini tempo fa ha individuato nell’ambiente una delle cause, lei la pensa allo stesso modo o è un problema che viene da dentro? Nel frattempo sono cambiati tanti giocatori ma rimane sempre la stessa problematica…
“Proprio perchè sono cambiati molti giocatori, quasi la totalità, che ti fa pensare che le componenti che possono essere migliorate siano molte e io ce le metterei tutte quelle che tu hai enunciato. Sia per quelli che sono i valori della squadra sia per quelle che sono le caratterisitiche che deve avere un ambiente per sostenere una squadra, e qui ci metto il gruppo di lavoro, la società stessa, l’ambiente, ci metto voi. Sono tante le componenti che possono migliorare, nessuna è decisiva in quanto tale, però sono molte e credo che tutti quanti bisogna fare uno sforzo, anche minimo, in quella direzione se vogliamo nel tempo tendere a quel modello di cui si diceva prima”.
Alla luce di quello che è successo anche domenica, questi alti e bassi di rendimenti dipendono dal fatto che la squadra è ancora troppo giovane e non ha la necessaria esperienza? Qual è la vera motivazione?
“E’ il prosieguo della risposta di prima, ce ne fosse una sola sarebbe facilissimo, la individui e la combatti radicalmente e la elimini molto facilmente; è anche difficile individuare quali sono quelle preponderanti che portano in quella direzione, ma siccome mi rifaccio sempre ai numeri e i numeri dicono questo, già la settimana scorsa ho fatto un elenco di situazioni negative che io ho vissuto in questi anni e tutte quante in quella direzione… e poi arrivi a dover fare di nuovo lo stesso ragionamento, quindi capisci che è difficile capire esattamente quale, ma ce ne sono diverse che secondo me possono incidere e, ne sono certo, vanno migliorati. Però sono diversi non è uno solo”.
Secondo lei dal punto di vista psicologico Osvaldo è in condizione di giocare domani?
“Se ci fosse questo dubbio io intanto inviterei che viene allo stadio a sostenerlo in qualsiasi maniera, non può che far bene sentire il calore e la passione. Lui deve fare in maniera di avere questo riscontro dal pubblico, ma lo farà, sono convinto che lo farà”.
Negli ultimi anni si è parlato di Champions, di cantera giallorossa, si può dire che questa rosa non è all’altezza e che forse anche l’ambiente è abituato a dire che abbiamo tutti i titoli ma che la rosa non è all’altezza e servono nuovi investimenti per comprare giocatori più forti di quelli che abbiamo?
“Intanto di cantera e via di seguito non è che ne parla la società ma ne parla il mondo esterno, quindi questi paragoni, anche se sono belli e giusti da usare… ora si parla di Borussia Dortmund e ora sarà così sempre ed è giusto che sia così, però ne parla il mondo esterno, dentro la società non ne ho mai sentito parlare. E’ chiaro che è tutto migliorabile, anche la rosa, credo che lo sappiamo noi, è evidente che le qualità, le caratteristiche dei calciatori possono essere modificabili, la rosa deve tendere ad avere una completezza sia come reparti che come caratteristiche intrinsiche, proprio come caratteristiche dei calciatori, non parlo solo di quelle tecniche, ci sono quelle agonistiche, ci sono quelle fisiche proprio nello stretto termine, e quindi la tendenza è a quello. Io ho visto rispetto a due anni fa arrivare ed entrare calciatori molto interessanti, ne arriveranno altri e quindi la situazione non può che migliorare. Se ora non siamo soddisfatti lo saremo a breve tempo, a breve termine di tempo”.
La finale di Coppa Italia: Petkovic ha detto che non trova normale questa situazione per la decisione della data. Lei come si pone rispetto a questa poca chiarezza?
“Rispondo a questa domanda perchè non è diretta al confronto delle due squadre. Credo che sia di ordine pubblico, di natura sociale, sono d’accordo con Petkovic, quello è, non è una novità che poteva succedere questo, se noi non siamo capaci o non ci riteniamo incapaci di rendere un giorno memorabile per tutta la città di Roma quello che può essere il giorno della finale, se non siamo capaci di sostenerlo perdiamo un’occasione grande, ma non dipende sicuramente da quello che compete alle due società. Penso che sarà un’occasione irripetibile di interesse planetario, come mi è stato riferito che ha detto qualcuno. Sono 8 anni che vedo i derby da dentro e non ho ricordi di incidenti avvneuti all’interno dello stadio. Dal 2005 è successo? C’era Ranieri forse? Se c’era Spalletti allora non me lo ricordo, allora vabbè, non me lo ricordo, forse ero concentrato sulla gara, speriamo di averla vinta. Il problema dell’ordine pubblico riguarda l’esterno, chi sta affilando le lame non è che… come ho letto l’altro giorno uno si è portato dietro l’ascia, gli è stata sequestrata l’ascia, che ci puoi fare, puoi anche giocarlo alle 7 di mattina il derby, non cambia niente, quello porterà sempre l’ascia, chi vuole affilare le lame può farlo a Ponte Milvio, dall’altra parte di Ponte Milvio o dove vuole, che ci puoi fare. La città di Roma non può perdere questa occasione per dimostrare al mondo, perchè saremo sotto gli occhi di tutti, che razza di popolo è quello romano”.
Per l’ennesima volta si chiede pazienza…
“No, non ho chiesto pazienza, ho fatto solo un paragone con il Borussia perchè mi è stato chiesto”.
Sono diversi anni, quasi 3, che non ci sono risultati, la Roma è fuori dalle Coppe, non vince da 4 derby…
“Quest’anno non siamo fuori dalle Coppe, ce le stiamo giocando. Non lo dimenticherei. O già diamo per scontato che siamo fuori da tutto? Ce le stiamo giocando”.
Non crede che si stia chiedendo troppa pazienza all’ambiente e che l’ambiente stia dando pazienza alla Roma, dato che comunque non è successo mai nulla?
“Sì, io credo che la stia dando, sono d’accordo, sta dando tempo; il pubblico romano è paziente, effettivamente il desiderio di tutti sarebbe quello di ottenere tutto e subito ma si è dimostrato paziente e molto comprensivo, sono d’accordo”.
Tempo fa lei disse di aver raggiunto già tutti i suoi obiettivi. Lei oggi si sente di dire la stessa cosa oppure si trova costretto a fare un piccolo passo indietro? Non ha la sensazione che quell’entusiasmo iniziale all’interno di Trigoria vada scemando?
“Faccio un piccolo passo indietro, perchè l’obiettivo al quale ci riferivamo prima, cioè quello della continuità, di farla finita con gli abbassamenti, insomma ne abbiamo parlato, quello pensavo di averlo raggiunto ma ci voleva tempo per dimostrarlo, quindi lì faccio un passo indietro. Sull’entusiasmo dello spogliatoio no, io ti invito da sola a venire a vedere… da sola perchè non posso farlo per tutti, la prossima settimana ti invito a venire a bordocampo per vedere lo spirito con cui si allenano i ragazzi e ti renderai conto che non c’è alcun pericolo sotto quel punto di vista”.
Domani c’è il Siena che gioca con due giocatori molto veloci davanti. Mancherà Marquinhos che è il più veloce, come cambierà la difesa al centro a seconda di chi dei tre, ossia Burdisso, Romagnoli e Castan, verrà schierato?
“Non ce ne sono solo due, ce ne sono almeno 4 che hanno un passo importante come tu giustamente puntualizzavi. Ieri abbiamo messo gli occhi con un filmato di 5 o 6 minuti proprio su questo aspetto con la squadra proprio per renderci conto e anche stamane abbiamo lavorato su quest’aspetto per togliere qualcosa. Non è detto che solo con la qualità fisica puoi togliere quel pericolo ma anche con l’attenzione tattica, dei comportamenti tattici che cerchino di eliminare questa caratteristica, che comunque non puoi eliminare totalmente perchè veloci sono e veloci rimarranno. Ma di sicuro è una squadra da prendere con le molle perchè hanno la possibilità di ripartire in maniera velocissima, spesso, e di farlo anche con qualità”.
Domani il Siena si gioca una delle ultime chance per rimanere in Serie A. Questo spirito potrà essere un problema?
“Lo è sicuramente ma è un problema anche per il Siena la motivazione che dovremo avere noi e che dovremo mettere in campo, è normale, in Serie A anche tra una di medio-alta classifica e una di medio-bassa classifica c’è pochissima differenza tra le squadre, dipende dall’interpretazione che dai. Più ci sei tu, più riesci a portare dalla tua parte taluni particolari che sono decisivi e più hai vantaggio, altrimenti il livello è vicinissimo, non è detto che se uno ha 15 punti di più in classifica sia migliore dell’altra, l’abbiamo visto anche domenica col Pescara, che ha fatto una buona figura contro di noi per una parte di gara, e poi dopo si sono visti anche i valori perchè abbiamo alzato i contenuti, altri contenuti, che non sono solo quelli tecnici, però i valori sono molto vicini e quindi bisogna tenere conto di tutto, ma anche loro dovranno tener conto di aver di fronte una squadra attrezzata e che ha grandi motivazioni”.
Lei giustifica così i 21 punti circa che la Roma ha distribuito alle squadre di media e bassa classifica? Dal Cagliari in giù ha distribuito circa 21 punti…
“No, non lo giustifico, è un dato che hai detto tu, ti dico che è così…”
Però la Roma ha battuto la Juve, l’Inter la Fiorentina…
“Questa è la dimostrazione. Quanti punti abbiamo dalla Juve noi? Tanti, quindi se giochi con la Juve matematico che perdi, no, non è successo, perchè entrano metti in campo anche altre situazioni, loro sono più bravi di noi come squadra perchè lo dimostrano da tre anni, ma li puoi battere perchè il livello in Serie A è così. Non è che se c’è una a 20 punti di distanza allora vince, no, vince se. E se noi riusciamo a mettere in campo questo se, noi possiamo battere anche la Juventus, come abbiamo battuto il Milan, l’Inter, la Fiorentina”.
Stekelenburg ha avuto questo problema muscolare, se non dovesse farcela chi sarà il portiere? Lobont o Goicoechea?
“Uno dei due”.
Facciamo pretattica pure con il Siena?
“Che c’entra il Siena? Questo è un aspetto che voglio sottolineare. Vedi, il Siena è snobbato. La prima domanda sul Siena è venuta dopo tante altre e la seconda domanda esce fuori in senso negativo, domani saprai chi è il secondo portiere, nel momento in cui darò la formazione, anche per rispetto degli altri calciatori. Perchè non do la formazione il sabato? Io la so la formazione per domani ma non te la darò mai perchè ho dei giocatori che hanno delle aspettative che io devo valutare, devo essere rispettoso con loro. Perchè devo dire se non c’è Stekelenburg gioca un altro, e quell’altro ancora che fa? Io voglio che arrivino alla partita nella migliore condizione possibile, tutti quanti con la speranza di poter giocare, non è che non te la voglio dire ma ho degli obblighi verso di loro. Anche i calciatori conoscono all’80-90% la formazione ma non è giusto che io la dica qua, non la dico per rispetto loro non per una mancanza nei vostri confronti. Volevo puntualizzare il fatto che hai detto col Siena, come a dire ‘fosse la Juve’… Se c’è una graduatoria dei portieri a 5 giornate dalla fine? Figurati se non c’è, c’è eccome”.