“Dream Team” d’argento a Katovice, nel fioretto femminile a squadre.

ITALIA Fioretto femminile KATOWICE_1

Medaglia d’argento per il “Dream Team” azzurro di fioretto femminile, nella prova di coppa del Mondo, in scena a Katovice in Polonia.
La squadra azzurra, composta da Arianna Errigo, Alice Volpi, Camilla Mancini e Francesca Palumbo, si conferma tra le protagoniste assolute, conquistando il terzo podio consecutivo. A fermare le ragazze del CT Andrea Cipressa sulle pedane polacche è stata la Russia che in finale si è imposta per 45-39.
Il cammino delle quattro azzurre era iniziato con il successo sulla Spagna per 45-26 nell’assalto degli ottavi di finale. Ai quarti le fiorettiste italiane hanno poi avuto ragione delle padrone di casa della Polonia col punteggio di 45-38, prima di avere la meglio in semifinale sulla Francia, poi sul terzo gradino del podio, per 45-35.
Si chiude così la tre-giorni polacca che per l’Italia, oltre al secondo posto nella gara a squadre, ha portato anche il primo podio in carriera di Camilla Mancini nella gara individuale svoltasi sabato.

La prima volta, sul podio, di Camilla. Bronzo in coppa del Mondo per la Mancini, a Katovice!

Camilla Mancini sguardo al cielo

Camilla Mancini coglie un obiettivo importante. La giovane fiorettista delle Fiamme Gialle sale sul terzo gradino del podio, dopo essersi fermata solo in semifinale al cospetto dell’olimpionica di Rio2016, la russa Inna Deriglazova, poi vintrice finale della gara, col punteggio di 15-6.
In precedenza l’azzurra, ha affrontato una sorta di “campionato italiano” dato che il suo percorso verso il podio è stato un susseguirsi di derby.
Dopo aver avuto di Erica Cipressa nel primo turno di giornata per 15-9, Camilla Mancini ha superato, con l’identico punteggio sia Chiara Cini che, nel turno dei 16, Martina Sinigalia.
Ai quarti di finale è giunta poi la vittoria, con il punteggio di 15-12, contro la canadese Eleanor Harvey.
Ottima prestazione anche per Martina Sinigalia che si è fermata alle porte dei quarti perché sconfitta da Camilla Mancini, ma meritevole di plauso per aver eliminato dapprima la testa di serie numero 5, la francese Ysaora Thibus per 15-7 e poi per aver piazzato la stoccata del 14-13 sulla russa Yana Alborova.
Stop nel turno delle 32, oltre che per Chiara Cini sconfitta da Camilla Mancini, anche per Valentina De Costanzo, eliminata per 15-14 dalla cinese Huo Xingxin.
L’asiatica, nel match d’esordio di giornata, aveva eliminato l’altra italiana, Beatrice Monaco col punteggio di 15-11.
Sono uscite di scena nel primo assalto di giornata anche Arianna Errigo, sconfitta 15-12 dalla tedesca Julia Braun, Alice Volpi, eliminata per mano della cinese Shi per 15-13, Francesca Palumbo, superata 12-9 dalla polacca Jelinska, Olga Calissi che ha subìto la stoccata del 9-8 per mano della russa Martyanova, e Serena Rossini battuta 15-3 dall’altra polacca Lyczbinska.
Si era fermata invece ieri nella fase di qualificazione Elisa Vardaro. L’atleta umbra ha subìto infatti il 15-13 dalla polacca Katarzyna Lachman.
Domani è in programma la gara a squadre con il Commissario tecnico Andrea Cipressa che schiererà la formazione composta da Arianna Errigo, Alice Volpi, Camilla Mancini e Francesca Palumbo.

(Foto di Augusto Bizzi)

Non solo sport: “Tutti i soldi del Mondo”. La recensione

Williams e Whalberg

1973, un anno difficile. Finiva la guerra del Vietnam, ma per Nixon, il Presidente degli Stati Uniti le grane non terminavano,anzi si moltipicavano con l’inchiesta sul Vietnam. In Italia la crisi economica peggiorava sempre di più, con la nazione alle prese con una violenta recrudescenza politica che andrà a sfociare nel terrorismo. Proprio nel nostro paese accadde uno dei fatti di cronaca nera che cambierà profondamente la percezione dell’opinione pubblica: il sequestro e la mutilazione di un orecchio del nipote di uno degli uomini più ricchi del pianeta ovvero J.Paul Getty. Questo in sintesi l’incipit di “Tutti i soldi del mondo” nuovo film di Ridley Scott, con protagonisti Michelle Williams, Marc Whalberg e Christopher Plummer. Film atteso, preceduto da polemiche e rumors, per via dell’esclusione (clamorosa) di Kevin Spacey a causa dello scandalo delle molestie sessuali, non mancherà di trovare terreno fertile per gli spettatori nostrani come per le pellicole precedenti del cineasta britannico. Il film segue per lunghi tratti le vicende reali accadute nei tormentati anni ’70, ma prende poi vita propria trovando un sentiero nella sceneggiatura di David Scarpa. “Tutti i soldi del mondo” ci riporta indietro nel tempo, come si addice all’autore di Alien, Blade Runner, Thelma e Louise, sempre in bilico tra passato e futuro, in un passato inquietante e minaccioso, dove il J.Paul Getty affrescato dal veterano Plummer dimostra in maniera palese il disinteresse per la sorte del proprio nipote, nelle mani della “ndrangheta”, a beneficio di beni materiali e del denaro, scopo ed interesse primario della propria esistenza.Getty, un incrocio tra lo “Scrooge” dickensiano e il “Citizen Kane” di memoria Wellesiana preferisce occuparsi di capolavori d’arte, dedicando il suo tempo a preziosi dipinti e ai ricordi considerandosi la reincarnazione dell’Imperatore Adriano, con tanto di scena all’interno di Villa Adriana a Tivoli, forse omaggio dello stesso Scott al suo celeberrimo “Il Gladiatore”. Dall’altra parte il personaggio di Abigail “Gail” Harris, ex nuora di Getty, pronta a battersi con le unghie e con i denti pur di racimolare la cifra del riscatto (si passerà da ben 17 milioni di dollari a 1) che consentirà di salvare il proprio figlio, affiancata dall’ex agente Cia Fletcher Chase, mediatore con i sequestratori. Ottime le prove di Plummer e Williams, autentici punti di forza del film, con il veterano canadese che non fa rimpiangere l’esonerato Spacey, aderendo al ruolo in maniera impeccabile, per classe e per età. Il film alterna momenti di grande interesse e capacità registiche (i flashback tra gli anni ’40 e ’70, la scena del taglio dell’orecchio, angosciante senza dubbi )con qualche caduta (vedi la scena dell’incontro con le Brigate Rosse, francamente evitabile). La si può pensare come si vuole, ma è difficile trovare un regista con le qualità di controllo delle immagini come l’80enne autore inglese (supportato da un cast tecnico di sicuro valore come il direttore della fotografia Dariusz Wolski e la costumista Janty Yates). Per maggiori informazioni chiedete a Russell Crowe e Sigourney Weaver…

Gianluca Guernieri

(si ringrazia per la foto la “Lucky Red” per la gentile collaborazione)