“A Lipsia abbiamo raggiunto un sogno. Amo Livorno, ma a Frascati sto bene”. Intervista ad Irene Vecchi.

Irene Vecchi MEDAGLIA Lipsia

“Non me ne rendo ancora conto. Sono talmente soddisfatta e svuotata che forse non ho ancora realizzato quanto è successo”. Nella voce di Irene Vecchi traspare la gioia per uno splendido mondiale, quello appena terminato a Lipsia, con la sciabolatrice livornese grande protagonista con la medaglia d’Oro a squadre ed il bronzo individuale, che incorniciano una bellissima stagione, ricca di cambiamenti e di svolte. “Direi che meglio di così non si può. Forse c’è un piccolo rammarico per la semifinale- continua la campionessa toscana- ma voglio guardare in positivo e a ringraziare le persone hanno fatto per me lo scorso anno e negli anni passati. Se dovessi riguardare tutto ciò che è successo da settembre ad ora, probabilmente avrei messo la firma, già da allora. Sulla semifinale con la tunisina Besbes, debbo essere sportiva. Io mi sono “creata un mostro” e lei è stata brava nello sfruttare il mio black out. Ma sono soddisfatta, e lo dico chiaramente. Martedi, con la vittoria della squadra è stato il gran finale”. Per la Vecchi, il successo della Sciabola è da condividere con tutto il movimento schermistico: “verso di noi ci sono sempre grandi aspettative, visto che portiamo molte medaglie- continua Irene- ma rimaniamo sempre umili. Dei ragazzi normali, che si tolgono la grande soddisfazione di salire in pedana e poi su quel podio”. Con l’azzurra, inoltre, abbiamo toccato l’argomento “cambiamenti” che hanno portato la sciabolatrice a trasferirsi dalla città natale a Frascati per allenarsi sotto la guida di Andrea Aquili, nuovo maestro per la fuoriclasse labronica: “ho preso questa decisione lo scorso anno e non per demeriti del mio precedente maestro Nicola Zanotti, che tra l’altro è stato tra i primi a congratularsi con me dopo le medaglie di Lipsia. Sono legatissima alla Fides e lo sarò sempre. Era arrivato il momento della svolta- prosegue Irene- a Livorno ero rimasta sola. Sarò sempre legata alla mia società storica e alla mia città, e ancora di più dopo la scomparsa di Mario Tullio Montano, il caro “Mariolone” (la voce le si spezza per l’emozione n.d.r.). Debbo ringraziare, allo stesso tempo, il Frascati Scherma ed estendo il ringraziamento a tutte le persone della società, perché non ce ne è una che non mi abbia fatto sentire a casa. E’ stato un cambio drastico. Di club, città ed allenatore. Ho trovato una persona come Andrea Aquili veramente fantastica. Un ragazzo d’oro. Oltre ad un grande competente. Un appiglio al quale ci si può aggrappare, nei momenti di difficoltà”. Il pensiero va poi alla squadra, al gruppo ora considerato dagli addetti ai lavori come un “Dream Team”, sullo stile delle fiorettiste: “noi un Dream Team? Beh, in primis loro meritano solo applausi- dice francamente la Vecchi- per la costanza dei risultati, ovvero il primo posto da anni a questa parte. Cambiano gli addendi ma il risultato no. Noi, abbiamo una storia un pò differente. Se mi dici l’idea di aver raggiunto un sogno, allora siamo anche noi un pò Dream team. E’ stato un sogno che si è avverato. E non abbiamo mai peccato di presunzione. Il merito è molto anche di Giovanni Sirovich (il CT della Sciabola n.d.r.) che ci ha saputo spronare e credere in noi. Lui ha saputo spronarci ed è stato costante nel farci rimanere concentrate sull’obiettivo. Ci ha fatto credere nella vittoria”. Il pensiero è già a Tokio? “mah, un pochino si- confessa l’azzurra- uno è già passato e ci avviciniamo. 4 anni passano veloci. L’obiettivo è ancora lontano ma ce ne sono molti intermedi. Faremo scalino dopo scalino, sperando poi di arrivare in cima”.

Gianluca Guarnieri

SCIABOLA Femminile MEDAGLIA LIPSIA2017_1

LEIPZIG2017 World Championships
Women’s Saber
In the photo: CRISCIO Martina, GREGORIO Rossella, GULOTTA Loreta, VECCHI Irene
Photo Bizzi-Trifiletti

(Foto di Augusto Bizzi)

Sciabola mondiale: le azzurre sul tetto del mondo, a Lipsia!

SCIABOLA Femminile MEDAGLIA LIPSIA2017_1

L’Italia di sciabola femminile è sul tetto del Mondo! Quattordici anni dopo l’oro di L’Avana 2003, le sciabolatrici azzurre tornano sul gradino più alto del podio, al termine di una vera e propria cavalcata trionfale.
Irene Vecchi, Rossella Gregorio, Loreta Gulotta e Martina Criscio sono campionesse del Mondo dopo aver sconfitto nettamente in finale per 45-27 la Corea del Sud della campionessa olimpica di Londra2012, Kim Jiyeon, siglando così il “grande slam” dato che la medaglia d’oro va in bacheca assieme al titolo europeo conquistato lo scorso mese di giugno a Tbilisi, a cui si aggiunge anche la Coppa del Mondo di specialità.

“L’avevo sognata una vittoria cosi ma la realtà è più bella del sogno – ammette a caldo Rossella Gregorio -. Ce l’abbiamo messa tutta ed adesso eccoci qua!”. Le fa eco Irene Vecchi che al bronzo iridato abbina l’oro a squadre. “Se il bronzo era insperato, questa medaglia l’abbiamo voluta e costruita – dichiara la livornese -. E’ il frutto di un percorso lungo che adesso ci porta su questo podio”. Emozionata, Loreta Gulotta non trattiene le lacrime: “dietro questa medaglia c’è tantissimo lavoro e tanti sacrifici. Ci ripaga ma non ci appaga”. Non poteva esserci esordio iridato migliore per Martina Criscio. “In panchina si soffre di più lo stress, ma si gioisce tanto quanto loro che vanno in pedana. Siamo una squadra e saliamo insieme sul tetto del Mondo”.

I festeggiamenti sono partiti dopo la stoccata di Rossella Gregorio che ha sancito il 45-27 sulle sudcoreane e che ha fatto seguito al successo in semifinale contro la Francia col punteggio di 45-42. Se però in finale le azzurre hanno dominato dal primo all’ultimo parziale, contro le transalpine la squadra italiana è stata capace di recuperare un passivo di ben sette stoccate a metà assalto. E’ stata Irene Vecchi a siglare un parziale di 11-4 nei confronti della transalpina Manon Brunet, riportando a galla l’Italia. La stessa Brunet ha poi chiesto alla panchina di essere sostituita nel delicato ruolo di chiusura, lasciando la pedana alla giovanissima Caroline Queroli, iridata under20, che però ha subìto la rimonta di Rossella Gregorio che con la stoccata del 45-42 ha aperto le porte della finale e del podio.
In precedenza, le ragazze del CT Giovanni Sirovich avevano superato la Bielorussia col punteggio di 45-34 e poi il Messico ai quarti di finale per 45-30.
“Abbiamo scalato una vetta, ma non ancora la montagna – dice un soddisfatto Commissario tecnico, Giovanni Sirovich -. Questa vittoria è carica di sudore, rabbia e tantissimo lavoro. Il talento di queste atlete è finalmente sotto gli occhi di tutti. Abbiamo lavorato tanto e costruito questo successo mattone dopo mattone. Oggi è il tempo di festeggiare”.

Si ferma ai quarti di finale invece l’avanzata dell’Italia di spada maschile. Il quartetto composto dal bicampione del Mondo Paolo Pizzo, e da Marco Fichera, Enrico Garozzo ed Andrea Santarelli, è stato infatti superato per 22-20 dalla Svizzera.
In precedenza gli azzurri avevano infatti affrontato e vinto il primo match di giornata, nel tabellone dei 32, contro la Svezia col punteggio di 28-4 e poi avevano avuto ragione per 23-19 degli Stati Uniti.
La squadra italana ha concluso poi al quinto posto finale, dopo aver sconfitto dappima per 43-41 l’Estonia e poi l’Ucraina per 42-4

Una Gioia a cuore aperto. Intervista con Gioia Marzocca tra il sesto titolo individuale nazionale e l’addio alle gare internazionali

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Forza, simpatia, Fascino e temperamento. 4 parole che simboleggiano in maniera perfetta la personalità di Gioia Marzocca. La sciabolatrice napoletana è stata protagonista dei campionati assoluti di Trieste, vincendo la prova nell’individuale in finale contro Caterina Navarria, e giungendo seconda nella prova a squadre con i Carabinieri, insieme ad Arianna Errigo (grande anche senza il Fioretto) e Livia Stagni, dando vita ad un assalto da antologia con la sua amica Ilaria Bianco. Un momento felice, agonisticamente parlando per la bionda e bella campionessa partenopea, velato dall’ombra dell’addio alle competizioni internazionali e per qualche frizione con il CT Giovanni Sirovich. Gioia, si dimostra sempre simpatica e brillante e accetta volentieri di parlare con “Allsports Academy”.

Iniziamo da Trieste. Una grande prova la tua, con la vittoria nell’individuale e l’argento a squadre.

“Si sono molto soddisfatta, soprattutto per la gara individuale. Ovviamente una punta di rammarico per la gara a squadre, ma siamo riusciti a centrare un risultato importante. In finale ero molto stanca anche perché abbiamo fatto anche la gara di Fioretto e in quella a squadre di sciabola siamo giunte all’ultima stoccata. E’ stato un vero “tour de force” ma proprio a livello fisico, più che mentale. Tirare di fioretto è molto bello ma molto faticoso. sono tempi e ritmi completamente diversi. Se nella sciabola riesco a dosare, nel fioretto no e forse ho pagato la stanchezza. Non è una giustificazione e davanti avevo una delle atlete migliori del settore come Ilaria che ha tirato benissimo e ha meritato la vittoria.

Gioia Marzocca Sciabola femminile

(Foto di Augusto Bizzi)

E comunque tu hai perso all’ultima stoccata, giocandotela fino alla fine…

“Si, una bella prova soprattutto dal punto di vista fisico e tecnico, più che quello mentale, perché come sai, la mia situazione non è molto serena… quindi questa cosa mi ha dato molta consapevolezza sulle mie risorse. Ma per me stessa, non contro nessuno, ci tengo a precisarlo, Gianluca. E’ stato un mio trionfo personale, per come ho gestito la gara, per le emozioni vissuto. Un pò tutto..”

Tocchiamo il tasto dolente, ovvero la nazionale…

“No, non è un tasto dolente. Ti assicuro. Capisco che voi giornalisti in parte, volete trovare lo “scoop” (ride, n.d.r.) Non è assolutamente dolente per me, nel senso che è stata una mia decisione e lo ribadisco. E’ un concetto vero e reale. Non mi sto nascondendo e sai benissimo che sono sincera e diretta. E’ stata una mia decisione dettata da varie circostanze, che si sono create nell’anno post olimpico e nella programmazione del commissario d’Arma. Ma è stata una decisione presa da me. Sofferta, travagliata quanto vuoi, ma presa da me. Una decisione maturata con la fine della prima parte della stagione post Olimpica, dove nelle prime 4 gare avevo fatto 3 finali e un 16esimo di finale ed ero contenta per come era andata. Ma ad inizio della stagione il Commissario Tecnico (Giovanni Sirovich) mi aveva espresso in maniera chiara e netta, il suo progetto per il quadriennio di Rio 2016 e io non facevo parte di questo progetto. Lui non credeva in me come parte integrante di questo progetto e me lo ha detto. Non mi è stato detto il motivo preciso. Io l’ho chiesto esplicitamente, con domande del tipo: “Non sono pronta fisicamente o psicologicamente?” ma lui mi ha detto che ero ancora forte, ma che voleva puntare sulle giovani. Quindi a prescindere da come sarebbero andati i risultati io non facevo parte del progetto. Io onestamente ci sono rimasta molto male perché fare un processo alle intenzioni non mi è mai piaciuto, poi ad un’atleta come me che ha dato tanto. Io volevo solo partire alla pari con tutte. Questo concetto non l’ho gradito. E’ stato uno stimolo e l’ho dimostrato a Trieste. Mi è stato tolto anche un punto di riferimento, non avendo più il mio Maestro in Nazionale.

Comunque un vero peccato, perché poi sei un’atleta ancora giovane.

“Ma sai Gianluca, non è la prima volta che mi si propone questo problema. Sono vari anni, 5 o 6 che mi viene detto che sono “vecchia”. forse perché ho cominciato a vincere da giovane. e poi veniamo da una Federazione che non ha mai dato peso a queste cose, con esempi di campioni immensi come Giovanna Trillini, Valentina Vezzali, Gigi Tarantino. E’ un concetto astratto che maschera un pretesto. Ci sono rimasta male, sia come donna che come atleta. Ma la mia decisione è stata presa in piena serenità. Io amo la Scherma ma non deve essere l’unico obiettivo della mia vita. Ma voglio restare nell’ambiente.”

E’ cambiato il tuo rapporto con le tue compagne di Nazionale?

“No, assolutamente. Io ho un bel rapporto con tutte. Tanta stima reciproca e ti dirò di più: tutte le mie compagne mi sono state vicino, con telefonate e messaggi. Sono state carinissime. Loro non c’entrano niente. Anzi il rammarico è maggiore anche per questo. Un bel rapporto con tutte. Dalle più grandi alle più giovani, alle intermedie. tante dimostrazioni d’affetto che conservo gelosamente. e’ stato bellissimo averle così vicino in un momento così difficile e così importante. Come atleta e come donna”.

Gioia Marzocca oro europei a sheffild

Come vedi il futuro della Sciabola Femminile?

“Ora è in corso un rinnovamento e un ringiovanimento in generale e vedremo cosa accadrà.

Il tuo rapporto con la Federazione e con l’arma dei Carabinieri, di cui sei appartenente?

“Con l’Arma è un rapporto splendido. Un rapporto bellissimo anche con il mio Maresciallo, che è Lucio Landi (figura storica dei Carabinieri). Da questo punto di vista sono molto fortunata. Sto bene con loro e torno a casa sempre carica di emozioni positive. Stesso discorso con la federazione. Massimo rispetto per loro. Ho avuto un colloquio con il Presidente della Federazione, Scarso al quale ho spiegato quali fossero i motivi della mia scelta di ritirarmi dall’attività internazionale”.

Ora stai insegnando. Come ti trovi nei panni della Maestra?

“Guarda, sinceramente sto lavorando tantissimo. Sono 2 anni che insegno in una palestra. Non è stato facile conciliare il lavoro con l’agonismo, soprattutto nell’anno olimpico. Debbo dire che mi piace moltissimo. Mi ha stimolato tantissimo e mi ha stimolato come atleta. Piano piano è cominciato quasi per gioco, e invece. Mi ci sono immersa totalmente. Lo voglio fare per lavoro. Ho dato anche l’esame di Maestro a Dicembre e ho la fortuna di lavorare in una società che ha l’elite della scherma internazionale”.

Oltre lo sport, Gioia, quali sono i tuoi interessi, nella vita di tutti i giorni?

“Ho poco tempo. Non ho un secondo libero (ride…). Ho solo questa mattinata libera. Sono talmente carica che non riesco nemmeno neanche a curare bene i miei affetti al di fuori del lavoro. Purtroppo per emergere bisogna sacrificarsi. sono una persona ricca di interessi, ma ho investito molto nella Scherma, e voglio restarci in toto. Ho tantissimi interessi. Mi piace leggere, mi piace conoscere. Sono curiosa. Qualsiasi cosa che sia conoscenza mi attira. Se la giornata fosse più lunga, sarebbe meglio. Meglio 48 ore”.

A proposito, hai tirato a Trieste con Arianna Errigo, nella veste inconsueta di sciabolatrice. Peraltro oggi è il suo compleanno…

“Davvero? Grande. Hai fatto bene a ricordarmelo. Dopo la chiamo”

Come ti sei trovata in squadra con lei, in una veste diversa, per la Fiorettista lombarda?

“Arianna è un fenomeno. Ha la scherma dentro. Potrebbe usare anche una scimitarra. La sciabola rispecchia anche il suo carattere. Anche da Fiorettista lei non sta lì ad attendere, ma attacca per prima. Io le dico sempre che lei fa Sciabola con il Fioretto. Lei si diverte da morire, si mette in gioco in maniera superba. Vuole vincere sempre. E’ bellissimo essere in squadra con lei. Ti dà entusiasmo. Una persona veramente carina. Lei e Benedetta Durando mi aiutano molto quando debbo io tirare di Fioretto”.

Beh, Gioia tu sei una campionessa polivalente, perché nasci fiorettista…

“Aspetta però, ho fatto l’Under 20 di Fioretto, ma non sono un fenomeno nella specialità, Mi sono tolta varie soddisfazioni, però sono una Sciabolatrice. E poi il panorama nel Fioretto Femminile è fantastico”.

Comunque sei un’atleta polivalente e sei in grado di sostenere un assalto senza problemi. Una dimostrazione della tua forza e della tua adattabilità.

“Grazie. Sei veramente molto gentile”

SuperMarzocca

Una volta ho visto una tua intervista alla “Gazzetta” dove dicevi di essere la tua “Bestia nera”. lo sei sempre?

“Assolutamente si. io mi metto sempre in discussione. Non cerco mai giustificazioni. Mi metto davanti allo specchio e mi chiedo:”Dove hai sbagliato”? Sono anche troppo severa con me stessa. Per me è stato un grande vantaggio perché mi ha consentito di migliorare, ma riconosco di essere un giudice intransigente. Anche troppo (ride…) “.

Gioa, la Sciabola e Napoli. come si crea? Visti poi interpreti come te, Dino Meglio, Gigi Tarantino e Diego Occhiuzzi, o giovani come Luca Curatoli?

“Sciabola-Napoli è chiarissimo. Vedi la Sciabola è una disciplina molto tecnica e molto fantasiosa. anche estrosa. Infatti proprio Arianna mi ha detto. “Cavolo Gio, la sciabola tira fuori tutta l’aggressività che c’è in te”. Ed è vero. e’ così veloce ed irruenta. non puoi nasconderti. E noi napoletani siamo così. Pazzarelli ed estrosi, riusciamo ad arrangiarci in qualsiasi situazione. Questo è il binomio giusto. dobbiamo allenarci in situazioni complicate e non abbiamo strutture. Però riusciamo a tirare fuori il meglio. Riusciamo a tirare fuori campioni. E’ bello poi lavorare con persone come Diego. Lo conosco da quando avevo 6 anni. Avevamo lo stesso maestro. Ma anche lo stesso Gigi. L’affetto per loro è grande. Sono amicizie che non perderai mai”.

Gioia grazie. E’ stato bellissimo intervistarti. Lo sport italiano e la Scherma avrà ancora molto bisogno di te.

“Grazie mille a te, Gianluca. E’ stato un piacere”.

Gianluca Guarnieri